Una cartolina viaggiata del 1946 acquistata in un mercatino torinese di libri usati, è stato lo spunto per iniziare le nostre ricerche storiche sul faro di Vado Ligure.
“I numerosi bastimenti che da Genova si recano nei porti del mezzogiorno della Francia od in quelli della Spagna, quando sono giunti nelle acque di Capo di Vado, mancano, specialmente nelle notti nebbiose, di un punto di riconoscimento, perché, mentre è assai difficile ai medesimi vedere di là il faro di Genova, non possono ancora scorgere quello di Capo delle Mele. La navigazione in quei paraggi diventa quindi assai incerta e non scevra di pericoli, come ne fanno prova alcuni naufragi accaduti nei passati anni. Ond’è che fu incessantemente domandato il collocamento sull’anzidetto Capo di un faro, il quale indicherà ai naviganti la rada di Vado, ove in tempi fortunosi potranno trovare sicuro ricovero, e servirà anche di guida ai medesimi specialmente poi quando debbano recarsi a Savona. Per questo faro occorrerà la spesa di Lire 70,000.”
Così si esprimeva il Ministro dei lavori pubblici, Raffaele Mezzanotte, nella presentazione nel progetto di Legge sulla costruzione di fari e segnali sulle coste del Regno alla Camera dei Deputati nella seduta del 15 gennaio 1879. (Atti Parlamentari Camera dei Deputati N. 142 – 15 gennaio 1879).


Il faro entrò in funzione nel 1883

La nostra ricerca continua…

© Felicetta Santomauro