Il servizio cartografico, insieme a quello dei fari e dei segnalamenti marittimi, contribuisce alla sicurezza della navigazione.
Competente per questo servizio è l’Istituto Idrografico della Marina Militare, Ente del Ministero della Difesa e Organo Cartografico dello Stato deputato alla produzione della documentazione nautica ufficiale.
L’Istituto è stato fondato nel 1872 ed ha sede a Genova. E’ posto alle dipendenze del Capo di Stato Maggiore ed è retto da un Ufficiale con il grado di Ammiraglio del Corpo di Stato Maggiore, mentre le attività sono svolte da personale dell’Amministrazione della Difesa, sia militare che civile.
La cornice normativa di riferimento è costituita dal d.lgs. 15 Marzo 2010 n. 66 – Codice dell’Ordinamento militare (C.O.M.) e dal d.p.r. 15 Marzo 2010 n. 90 – Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare (T.U.O.M.), cui il Codice rimanda per la disciplina dell’ordinamento dell’Istituto Idrografico.
I compiti e le funzioni dell’Istituto sono elencati analiticamente nell’art. 222 T.U.O.M..
In base a quello che è il principale testo normativo, a livello internazionale, in materia di salvaguardia della vita in mare, vale a dire la Convenzione di Londra del 1969 sulla sicurezza della navigazione (SOLAS 1969), l’Istituto ha il compito di produrre e aggiornare la documentazione nautica ufficiale con riferimento alle acque di interesse nazionale. E ancora, ha il compito di redigere le normative tecniche e di fornire consulenza per standardizzare l’esecuzione dei rilievi idrografici inerenti alla sicurezza della navigazione, si occupa della formazione del personale da adibire a funzioni idrografiche e oceanografiche e partecipa all’attività dell’Organizzazione idrografica internazionale (IHO), ossia quell’organizzazione intergovernativa istituita nel 1921, con sede nel Principato di Monaco, la quale, come si legge sul sito ufficiale, “lavora per garantire che tutti i mari, gli oceani e le acque navigabili di tutto il mondo siano controllati e tracciati” e “coordina le attività degli uffici idrografici nazionali e promuove l’uniformità delle carte nautiche e dei documenti”. L’idrografia costituisce la base di tutte le attività che vedono coinvolto il mare, dalla sicurezza della navigazione, alla protezione dell’ambiente marino, all’uso delle risorse marine, al Commercio marittimo, alla nautica da diporto, alla protezione e gestione delle zone costiere.
Per quanto riguarda, invece, le funzioni, il testo regolamentare stabilisce che l’Istituto Idrografico è responsabile della produzione della documentazione nautica ufficiale per le aree aventi interesse nazionale, effettua, direttamente o unitamente ad organismi pubblici e privati, studi, rilievi e lavori necessari al compimento della propria missione, verifica e valida i rilievi utilizzabili per la compilazione della documentazione ufficiale, pianifica e coordina l’esecuzione di rilievi oceanografici necessari alla produzione cartografica e all’attività d’istituto delle Forze armate, nonché concorre alla ricerca oceanografica nazionale, esegue i rilievi mareometrici necessari alle esigenze idrografiche e riceve le misure mareometriche eseguite nelle acque di giurisdizione nazionale, riceve dall’autorità marittima le informazioni necessarie per la produzione degli aggiornamenti e delle varianti alla documentazione nautica.
Per produrre la cartografia e la documentazione nautica sia in formato tradizionale che in quello elettronico, l’Istituto utilizza navi idro-oceanografiche della Marina Militare. Attualmente, sono tre le navi destinate a tale scopo, ovvero la Nave Ammiraglio Magnaghi, la Nave Aretusa e la Nave Galatea, le cosiddette navi “bianche”, così chiamate in ragione del colore dello scafo utilizzato, che contraddistingue le unità militari dedicate a scopi ausiliari e le differenzia dalle navi da battaglia che sono definite, invece, navi “grigie”.
E mentre penso al prezioso lavoro svolto dall’Istituto Idrografico, mi tornano alla mente le “carte” di cui parlava Predrag Matvejevic nel suo splendido ed emozionante “Breviario mediterraneo” e le sue parole… “Il mare non lo conosciamo da soli e non lo guardiamo solo con i nostri occhi” e la “storia dei viaggi non può essere separata da quella delle carte” ma “quanto più possiamo sapere di questo mare, tanto meno lo guardiamo da soli”.
E anche oggi il viaggio termina qui!