La foto è di Mario De Biasi tratta da un articolo di Alfonso Gatto, apparso sulla rivista Epoca del 1955. In quell’occasione lo scrittore visitò il faro di Punta Scorno sull’Isola dell’Asinara e conobbe le famiglie dei faristi che vi risiedevano. All’epoca il reggente del faro era Antonio Lauro che risiedeva nel faro con tutta la famiglia. L’altro nucleo famigliare che vi abitava era composto da Filippo Vitiello, dalla moglie Giuseppina e dalle quattro figlie Anna, Elisa, Ida e Assunta. Altri due faristi completavano la squadra: Fausto Maurelli e Giuseppe Grieco che però abitavano in una casetta a due piani poco distante dal faro.
Il faro fu costruito nel 1859 al tempo del Regno di Sardegna ad un piano solo, ma la lanterna toccava la stessa altezza complessiva di 36 metri circa cui oggi arriva l’edificio. I piani successivi hanno incorporato una parte della torre. Dalla lanterna al mare l’altezza dello strapiombo è 80 metri.
Alfonso Gatto scriveva:” Belle e allegre, le donne dei fari, nel vento luminoso di quella domenica, sembravano farsi festa coi propri pensieri d’amore. Concetta, la figlia di Lauro, che nella foto ha vicino il cane e se ne sta abbracciata alle due fiorenti ragazze Vitiello [Anna ed Elisa], s’era messa in testa un berretto da fantino e cantava, motteggiava, correva imbizzarendosi dietro agli asinelli che erano scesi dal Semaforo. Non si sa a quale grazia, che è insieme gioia di vivere e contento della propria sorte, queste fanciulle nate e vissute nei fari attingano la semplicità dei modi, l’abitudine a una parlata così sciolta e canora, il gusto del vestire, la pulizia del corpo e dell’anima. Solo il mare può dare questa civiltà, il mare che scioglie ogni impaccio e propizia le sue lusinghe, i suoi inviti alle più tetre malinconie, portandole come speranze all’orizzonte. Nelle mattine chiare, Ida, Elisa, Anna, Assunta, Concetta cantano e si rispondono dalle proprie stanze annidate sul faro. Il mare batte ai loro specchi luminosi davanti al quale, esse si pettinano i lunghi capelli, guardandosi negli occhi. Tutto è azzurro e pace intorno”.
© Felicetta Santomauro e Vittorio Grandi