IL FARO DI SKERRYVORE
ISOLE EBRIDI – SCOZIA
di Annamaria “Lilla” Mariotti
Lat. : 56° 19’ Nord – Long. : 07° 06’ Ovest
Le coste a Ovest di Inghilterra, Scozia e Irlanda, sono esposte alle terribili tempeste dell’Oceano Atlantico e sono molto frastagliate, con profonde baie naturali e circondate da barriere di scogli che vengono sommersi dalle alte maree. Il traffico marittimo è sempre molto intenso in questi mari e il pericolo rappresentato dagli scogli affioranti è grandissimo e molti sono stati i naufragi, di qui la necessità di costruire fari nelle zone più esposte, spesso proprio su questi scogli in mezzo al mare.
A circa 18 chilometri a Sud Ovest dell’isola di Tiree, una delle Ebridi Esterne, lungo la costa a Nord Ovest della Scozia, si trova uno scoglio particolare che è stato scelto, intorno alla prima metà del 1800, per costruirvi un faro per evitare continui naufragi. Questa impresa è stata affidata a uno dei più grandi costruttori di fari in Scozia, Alan Stevenson (1807-1865) che faceva parte della seconda generazione di quella che sarebbe diventata una vera e propria dinastia di costruttori di fari : in tre generazioni questa famiglia ne costruì più di 80. Alan, per suo conto, ne aveva realizzati 12 ed era anche noto per avere perfezionato le lenti di Fresnel. Solo uno dei membri della famiglia non aveva seguito le orme dei suoi consanguinei, Rober Louis Stevenson che divenne uno scrittore, famoso per il suo romanzo “L’isola del tesoro” e molti altri.
Alan Stevenson sbarcò su questo scoglio, che si chiama Skerryvore dal gaelico An Sgeir Mhor (mh si pronuncia “v”) e che significa “grande roccia”, nel Giugno del 1838 insieme ad alcuni operai per organizzare gli alloggi in legno per gli uomini che avrebbero lavorato alla costruzione nella stagione estiva, perché durante l’inverno era impensabile di poter fare qualsiasi cosa su quello scoglio. Gli uomini lavorarono duramente, quando le condizioni del mare lo permettevano, e finirono a Settembre, ma durante l’inverno le baracche furono spazzate via da una terribile tempesta. Sebbene a questo punto sembrasse impossibile erigere un faro in quelle condizioni, Stevenson fu irremovibile nella sua idea che il progetto poteva andare avanti e il 6 maggio del 1839 sbarcò di nuovo sullo scoglio dove furono innalzate nuove baracche e anche scavate a mano le fondamenta per il faro. Non era stato possibile utilizzare degli esplosivi per la base per non danneggiare lo scoglio e il lavoro procedeva a rilento e in condizioni disastrose, il mare si portava via ogni cosa a ogni mareggiata e ogni volta gli uomini dovevano ricominciare da capo, ma alla fine dell’estate quella parte del lavoro era terminata.
Mentre circa due dozzine di uomini lavoravano a Skerryvore, un gruppo maggiore di uomini era impegnato sull’isola di Mull a scavare il granito necessario per costruire la torre. I blocchi di granito venivano poi spediti sull’Isola Tiree dove erano lavorati e intagliati a coda di rondine in modo che ogni blocco si inserisse perfettamente nell’altro per ottenere un blocco unico e via via venivano inviati a Skerryvore. Nonostante tutte le avversità le baracche furono terminate e a settembre gli uomini lasciarono l’isola.
Il 30 Aprile 1840 gli operai raggiunsero di nuovo lo scoglio dove scoprirono che le tempeste invernali avevano risparmiato le baracche, ripresero i lavori e il 4 Luglio fu posta la prima pietra. Tre giorni più tardi il Duca e la Duchessa di Argyll furno accompagnati sullo scoglio e, dopo una cerimonia, fu posata la prima pietra della torre. Durante quell’estate i lavori proseguirono più velocemente e furono messi in opera 85 blocchi di granito e alla fine della stagione la torre era già alta più di 2 metri. Il 20 Maggio 1841 i lavori continuarono e furono messi in opera altri 37 blocchi. Nel Maggio del 1842 ripresero i lavori e a Luglio venne posta l’ultima pietra in cima alla torre che era arrivata a 41 metri. In tutto erano state usate 4.308 tonnellate di granito.
Nel 1843 Alan Stevenson diventò Capo Ingegnere della Northern Lights e passò al fratello più giovane Thomas l’incarico di terminare Skerryvore e questi, nell’estate del 1843, si occupò di sistemare l’interno del faro, composto da 11 stanze e di sistemare un segnale da nebbia. La lanterna del faro fu accesa per la prima volta il 1° Febbraio 1844. C’erano voluti 6 anni e l’impegno di 150 uomini per realizzarlo. Il faro ha una forma conica, la sua base misura 12,80 metri di diametro, mentre le stanze in alto hanno un diametro di soli 3,60 metri, cosa che lo rendeva molto scomodo per i guardiani che, oltretutto, per passare da un piano all’altro dovevano usare delle scale e pioli. Oggi una scala a chiocciola di 151 gradini sale fino alla lanterna.
I custodi del faro che dovevano affrontare terribili condizioni di vita ricevevano pagamenti supplementari in natura, forse tabacco, wiskey o provviste supplementari, non si sa, e per la posizione remota erano stati assunti alcuni veterani del mestiere. Due nomi si conoscno Archibald McEachern, assistente custode per 14 anni dal 1870 1884 e John Nicol come guardiano principale dal 1890 al 1903. Quest’ultimo effettuò anche un salvataggio nel 1899, quando il piroscafo Labrador si arenò su una vicina roccia, riuscendo a tenere in vita nel faro i naufraghi di una scialuppa fino all’arrivo dei soccorsi.
Il 16 Marzo 1954 un incendio danneggiò la torre, che fu sostituita per un certo periodo da una nave faro. I lavori di ristrutturazione durarono dal 1956 al 1959 quando il faro fu elettrificato con l’installazione di tre generatori a motore diesel e da allora il suo fascio di luce bianca spazza il mare ogni 10 secondi con una portata di 26 miglia. Nel 1972 alla base del faro del faro è stato costruito un eliporto per semplificare il cambio dei guardiani e per rendere più facili le operazioni di manutenzione, con annesso un deposito per il combustibile. Il faro è stato automatizzato nel 1994.
Il faro di Skerryvore rappresenta una delle più belle opere di ingegneria del 1800. Il faro è stato definito dall’Institute of Civil Engineers “the finest combination of mass with elegance to be met within architectural or engineering structures”. (La più bella combinazione di massa con eleganza che si incontra nelle strutture architettoniche o ingegneristiche”).