FARO DI SPLIT ROCK,
LAGO SUPERIORE, MINNESOTA – USA
di Annamaria “Lilla” Mariotti
Lat.: 47° 14’ Nord – Long.: 91° 20’ Ovest
I laghi del Nord America, i Grandi Laghi, sono talmente estesi da formare un mare interno navigabile anche da navi di grosso tonnellaggio e molti fari illuminano le loro rive. I fari dei Grandi Laghi non hanno niente da invidiare a quelli che si trovano sul mare, solo le torri sono spesso piuttosto basse perché le costruzioni sono collocate sulle alte rocce che caratterizzano queste coste. Il Nord, poi, significa freddo, ghiaccio, nebbia e anche alte pareti rocciose, nemici infidi per le navi che si trovano a passare in quei paraggi, molto pericolosi per la navigazione.
Il Minnesota è uno Stato del Nord degli Stato Uniti, confina con il Canada, a Est si trova il Lago Superiore e le sue più grandi risorse sono le miniere di ferro e di manganese, minerali che venivano trasportati via lago con navi mercantili e all inizio del XX secolo e questo commercio era in continuo aumento.
A quel tempo si diceva che sul lago si trovasse la più grande e esclusiva flotta di mercantili al mondo
riunita sotto un’unica proprietà Con tutto ciò sembrava che nessuno sentisse la necessità di un faro in quel particolare punto per segnalare quelle rive scoscese e pericolose finché, nel Novembre del 1905, una terribile tempesta causò un disastro e ben 29 navi, tutte di proprietà di un unico compagnia armatrice, naufragarono o subirono danni ingenti.
Questo avvenne nelle vicinanze di una costa rocciosa che era definita “La zona d’acqua più pericolosa nel mondo” . L’avvenimento scosse gli animi e gli interessi di molte persone, una delegazione dell’armatore si recò a Washington e finalmente, nel 1907, ottenne dal Congresso un finanziamento di 75.000 dollari per l’acquisto del terreno e la costruzione di un faro a Split Rock.
Questo sperone roccioso che si erge a 39 metri sul livello del lago, si trova a Nord Est di Duluth e a 20 miglia da Two Harbours, sulla costa Nord del Lago Superiore. Anche il Lighthouse Board, l’Ente che aveva in carico il fari in quell’epoca,
in un suo rapporto dovette riconoscere che quel particolare punto della costa era molto pericoloso per la navigazione.
La costruzione del faro iniziò nel Novembre del 1909, con l’impiego di molti operai immigrati, e si dimostrò subito un’impresa non facile: i materiali dovevano essere portati per via d’acqua e sollevati fino alla roccia con una gru, che poi rimase sul posto per essere usata più tardi per l’approvvigionamento degli abitanti del faro. Con tutto ciò i lavori procedettero rapidamente e nell’Agosto del 1910 la torre ottagonale fu accesa, probabilmente dal suo primo guardiano, Orren “Pete” Young, che restò in servizio ininterrottamente fino al 1928.
La torre è alta solo 16 metri che, aggiunti all’altezza della roccia sottostante, portano l’altezza totale del faro a 55 metri. Il faro ha una forma ottagonale molto caratteristica, è costruito in mattoni, con una base leggermente più larga e una cornice sporgente circa a metà dell’altezza ed è sovrastato da un’alta lanterna dipinta di nero, circondata da un terrazzino che gli americani chiamano “cat’s walk” (il passaggio del gatto) dato che consente a malapena il passaggio di una persona. In questa lanterna sono sistemate delle lenti di Fresnel di terzo ordine a forma di conchiglia, ancora oggi al loro posto, formate da 242 prismi separati, costruite dalla ditta Barbier, Bernard et Turenne di Parigi e hanno una portata di 22 miglia.
Come molti altri fari in simili posizioni anche quello di Split Rock si trovava in completa solitudine, dato che era accessibile solo dal lago, ma con il tempo la modernità arrivò anche in quello sperduto angolo di mondo. Nel 1915 una specie di teleferica a rotaia sostituì la vecchia gru che portava i rifornimenti, ma la più grande innovazione doveva arrivare nove anni dopo, nel 1924, quando fu completata l’autostrada che passava nelle vicinanze del faro e i guardiani, con loro grande sorpresa, videro arrivare i primi turisti in automobile. Da allora Split Rock, fino ad allora una roccia sperduta nel nulla, è diventata una meta obbligatoria per i visitatori, per la sua posizione e per la splendida vista che si gode da lassù.
Intanto il faro continuava la sua vita, i guardiani si susseguivano, nel 1928 arrivò un certo Franklin Covell che rimase in servizio fino al 1944, nel 1934 la teleferica venne smantellata e le provviste da allora arrivarono con un furgone, vennero apportate modifiche al segnale da nebbia che ora funzionava con un motore diesel, nel 1939 la Guardia Costiera Americana assorbì il Servizio Fari, nel 1940 arrivò l’elettricità e la lampada a vapori di petrolio venne sostituita con un bulbo da 1000 Watt. L’ultimo guardiano di Split Rock è stato Robert Bennetts che ha prestato servizio dal 1947 al 1961.
La tecnologia avanza anche nel campo della navigazione. Con l’installazione a bordo delle navi del Radar, il LORAN (Long Range Navigation) ed il GPS (Global Positioning System) i fari non vengono più considerati utili aiuti alla navigazione e molti vengono disattivati. Questo è successo anche al faro di Split Rock nel 1969, che però, nello stesso anno viene iscritto nel registro dei luoghi storici per poterlo preservare.
I fari sono un inestimabile legame con il passato, tesori storici testimoni di un’antica eredità marinara che non si può dimenticare, e per fortuna c’è qualcuno che non vuole che queste eredità vada persa. Nel 1971 la proprietà del sito e del faro è stata acquisita dallo Stato del Minnesota che ha creato lo Split Rock State Park, occupandosi della preservazione e del restauro di tutte le costruzioni inerenti il faro.
Quella luce però è stata spenta troppo presto: Il 10 Novembre 1975 un’altra terribile tragedia ha sconvolto quelle acque. Il mercantile “Edmund Fitzgerald”, una nave di 13.632 tonnellate e lunga più di 200 metri, soprannominata “l’orgoglio della bandiera americana” aveva lasciato il giorno prima la riva del Lago Superiore confinante con il Wisconsin diretta a Detroit con un carico di 26.000 tonnellate di minerale.
Quel giorno l’’Edmund Fitzgerald” si imbatté nella più terribile tempesta che mai si fosse vista sul Lago Superiore e benché in un tentativo di evitare le ondate che si alzavano dal lago si fosse accostata alla costa Nord e si tenesse in costante contatto con altre due navi ad un certo punto comunicò che si era inclinata su un lato a causa dello spostamento del carico, che aveva perduto entrambi i radar e che il suo ponte era “spazzato dalle peggiori ondate che avesse mai incontrato” . Il Capitano McSorely era un marinaio di provata esperienza, abituato a solcare le acque infide dei Grandi laghi, ma in quella occasione la sua capacità non poté nulla contro le forze della natura e il mercantile e i suoi 29 uomini d’equipaggio affondarono molto rapidamente, senza neanche avere il tempo di mettere in acqua le scialuppe di salvataggio. Le altre navi semplicemente videro sparire l’”Edmund Fitzgerald” dai loro radar.
Forse il vecchio faro acceso avrebbe potuto evitare questo naufragio ? Non è certo, ma molti lo pensano, infatti ogni anno, da quel tragico giorno, il faro viene acceso ogni 10 Novembre per commemorare sia il naufragio dell’”Edmund Fitzgerald”, che fa ormai parte della leggenda, che tutti coloro che hanno perso la vita navigando nel lago. Questa ricorrenza richiama molta gente, che può così avere la possibilità di vedere il faro acceso.
Dal 1976 la Società Storica del Minensota ha in gestione il sito del faro e negli anni sono stati effettuati molti restauri. Tutto il complesso, comprese le cubiformi case dei guardiani, il deposito dell’olio, l’alloggiamento del corno da nebbia, è stato riportato all aspetto che aveva negli anni intorno al 1920, nel suo momento più glorioso ed è aperto al pubblico che può visitarlo e salire in cima alla torre. Nelle vicinanze si trova un museo dove sono racchiuse tutte le memorie del faro e dove si può anche assistere alla proiezione di un filmato che ne ripercorre la storia.
In giro per il mondo si trovano molti fari che stanno andando in rovina, mentre questa piccola costruzione, una delle più recenti nella storia dei fari, viene preservata per le generazioni a venire come un monumento storico, a ricordo di tutti quelli che lo hanno abitato, che lì hanno lavorato e sofferto e di tutte le vite umane che il grande lago ha preteso nel corso degli anni.