MACQURE – IL FARO DEL GOVERNATORE

SIDNEY, AUSTRALIA

di Annamria “Lilla” Mariotti

Lat. :  33° 51′ Sud – Long. :  151° 17′ Est

 

Il faro di MacQuaire, conosciuto anche come  South Head Upper Light, è stato il primo e quello che è rimasto in uso più a lungo in tutta l’Australia e si trova in una località chiamata Dunbar Head, all’ingresso del porto di Sidney.

Bisogna cominciare con degli eventi storici perché la storia di questo faro si intreccia con quella di alcuni personaggi, che oggi fanno parte della storia, che per un motivo o per un altro, ebbero a che fare con il faro.

Nella prima metà del 1800 l’Australia era ancora in gran parte territorio inesplorato.  Il famoso esploratore Capitano Cook l’aveva reclamata per l’Inghilterra nel 1770, e a quel tempo la popolazione locale era costituita da aborigeni che sicuramente, almeno in parte avranno subito la sorte di tutte le popolazioni indigene all’arrivo dei bianchi conquistatori.

Nel 1788 venne fondata nella parte Sud Orientale dell’Australia una colonia inglese chiamata Nuova Galles del Sud, in omaggio alla madrepatria, che, come altri territori inglesi del nuovo mondo, fu quasi subito adibita a colonia penale, un ottimo sistema per rendere abitabile un pezzo di terra in fondo al mondo e avere della mano d’opera a buon prezzo, se non gratis.  Naturalmente la Corona favoriva anche l’espatrio di cittadini liberi che volessero trovare in quella terra nuove possibilità di lavoro.

Nel 1809 arrivò in quel territorio il nuovo Governatore, Lachlan MacQuarie (1761-1824), un ufficiale scozzese che aveva già servito la corona in diverse parti del mondo.  Era arrivato con la seconda moglie Elisabeth per sostituire il Governatore William Blight (1754-1817),  il quale, dopo il famoso ammutinamento della sua nave, il Bounty, benché fosse stato prosciolto da qualsiasi addebito per quell’avvenimento, non aveva più avuto molta credibilità come comandante di una nave e alla fine era stato nominato Governatore di quella nuova terra, dove però incappò di nuovo in una brutta avventura, perché la sua carriera questa volta finì con “la rivolta del rum”.

Blight fu deposto e arrestato il 26 Gennaio  1808, nel ventesimo anniversario della fondazione della colonia,  da un ufficiale della guardia, su istigazione di quella che era la parte benestante dei cittadini, trovandosi così ad affrontare il secondo ammutinamento della sua vita, questa volta a terra.  Non si sa molto di questa storia, pare che il rum non c’entrasse per niente con questo arresto, il regolamento sul commercio di alcolici era stato solo un pretesto, pare che tutto fosse dovuto al fatto che era stato violato un codice d’onore, più antico delle leggi scritte. Comunque Blight fu liberato dopo un anno, tornò in patria e diventò Ammiraglio.  Casi della vita.

Il nuovo Governatore era uno scozzese duro come una roccia,  era nato in una delle isole Ebridi il 31 Gennaio 1761, figlio di un carpentiere, ma parente stretto di un Capo Clan, il che gli permise di fare una rapida carriera nell’esercito, dove entrò a 15 anni. L’anno seguente si trovava già in Canada,  ad Halifax in  Nuova Scozia. A 20 anni era già tenente e si trovò a New York e Charleston durante le fasi finali della guerra d’Indipendenza Americana.

Dopo un breve ritorno a casa ripartì per l’India, dove divenne segretario militare del Governatore di Bombay. Mentre si trovava ad Antigua sposò Jane, la sua prima moglie, ma il matrimonio durò poco perché la giovane donna morì appena tre anni dopo in Cina senza avergli dato un figlio. Nel 1801 si trovò promosso ad assistente del Generale e inviato in Egitto.  Nel 1802 fu promosso maggiore e rientrò in Inghilterra, a Londra, dove ebbe anche l’occasione di essere ricevuto da Re Giorgio III e dalla Regina Carlotta e di fare vita di società.  Nel 1805 ottenne il grado di tenente colonnello e tornò in India. Nel 1806, dopo un viaggio avventuroso via Bagdad, Mosca e San Pietroburgo, rientrò a Londra dove nel 1807, a 46 anni, una bella età per quell’epoca, sposò la sua seconda moglie Elisabeth dalla quale ebbe il tanto sospirato figlio maschio.  Ed ecco che due anni dopo arrivò la nomina a Governatore della Nuova Galles del Sud,  in Australia, primo governatore appartenente all’esercito, dato che i precedenti erano stato tutti ufficiali di marina e dove rimase fino al 1821.

C’era molto da fare in quel territorio e MacQuarie per primo vide le possibilità di utilizzare la forza lavoro dei deportati, che erano nel frattempo  aumentati di numero, offrendo in cambio la libertà.  Fu così che realizzò molte opere civili che ancora esistono ed é qui che la storia del Governatore si intreccia con quella del primo faro australiano che porta il suo nome.

Anticamente Sidney si chiamava Port Jackson e già nel 1791, ad appena un anno dall’arrivo della prima flotta di coloni,  un’asta con una bandiera indicava l’entrata del porto, ma questo non era sufficiente e nel 1793 venne innalzato un semplice traliccio che sosteneva un braciere nel quale veniva bruciata legna, e questo fu, per 25 anni, l’unico segnale che illuminava l’ingresso  della rada. Fu proprio MacQuarie che decise di costruire un faro in pietra e per questo diede l’incarico a Francis Greenway (1777-1837), un architetto deportato per motivi politici, che già aveva collaborato con il Governatore per realizzare alcune delle più belle costruzioni pubbliche di Sidney e che in seguito fu emancipato.

Come succede spesso per molti i fari anche la costruzione di questo richiese tempo e fatica.   I lavori iniziarono nel 1816 e per la torre e per l’edificio venne impiegata pietra arenaria. La torre era centrale, appoggiata su una bassa struttura vagamente orientaleggiante, con due cupole ai lati.   I lavori terminarono nel 1818 e la lanterna era illuminata da un certo numero di lampade ad olio, la cui luce veniva amplificata da riflettori parabolici e girava grazie ad un apparato ad orologeria.

La lanterna lanciava un lampo bianco ogni minuto e la luce era visibile fino a 22 miglia.  In realtà l’architetto avev messo subito in guardia il Governatore : il materiale usato per la costruzione era di scarsa qualità e prevedeva che avrebbe presto subito dei danni, infatti, già nel 1823 delle pietre si staccarono dalla struttura, che venne subito rinforzata con delle bande di ferro, ma con scarsi risultati.   A quel tempo però il nostro Governatore era già tornato in Inghilterra, dove doveva difendersi dalla accuse che gli erano state mosse per il fatto che la sua politica portava a  garantire agli ex deportati gli stessi diritti che avevano i coloni, fino al punto che aveva elevato alla carica di magistrato due emancipati e ne aveva invitati altri a cenare alla sua tavola.

Questo non era piaciuto né ai militari, né tanto meno a coloro che facevano parte della cosiddetta buona società locale, al punto che il Governatore fu messo sotto inchiesta e quando terminò il suo mandato e tornò a Londra, nel 1821, dovette discolparsi di un’accusa di abuso d’ufficio, di qualcosa che in realtà non aveva commesso, in quanto la sua era stata solo una visione moderna di un mondo nuovo.  Sotto il suo governatorato la colonia era arrivata a battere moneta e MacQuarie aveva anche fondato la prima banca locale. Non è ben documentato l’esito dell’inchiesta, ma si sa che Macquarie nel 1822-1823 intraprese un viaggio in Europa con tutta la famiglia e che nel 1824 si recò a Londra ancora per questioni inerenti l’inchiesta e lì morì per un’infezione renale, a 63 anni, senza avere ottenuto la pensione che gli era stata promessa.

Il ricordo che lasciò nella Nuova Galles del Sud era, ed è, tale che la sua tomba è tutt’ora gestita dal National Trust of Australia, ed il suo nome è ricordato in molti posti : gli sono state dedicate delle strade, un lago,  un porto, un’università, un’isola, un francobollo e non solo sul continente australiano.

Comunque il suo faro gli sopravvisse, ma in tali condizioni che  nel 1878 il Governo della nuova Galles del Sud decise di costruirne uno nuovo.  La costruzione iniziò nel 1881 e terminò nel 1883.  I lavori erano stati affidati all’architetto James Carnet il quale costruì una copia esatta del vecchio faro, utilizzando però  del materiale di migliore qualità ed apportando delle modifiche solo alla lanterna che era più grande della precedente per alloggiare un apparato di illuminazione più moderno, infatti vi furono installate della lenti di due metri di diametro, le lenti di Fresnel, costruite dalla ditta Chance Brothers di Birmingham, in Inghilterra,  e considerato a quale tempo l’impianto di illuminazione più moderno al mondo.  Altre modifiche riguardarono le decorazioni, si era a quel tempo in epoca vittoriana e al faro furono aggiunte alcune sculture che ritraevano la regina.
La nuova apparecchiatura funzionava con l’elettricità fornita da due giganteschi magneti da due tonnellate e mezzo mossi da un silenzioso motore orizzontale da otto cavalli alimentato a carbone.  Con questo sistema il faro lanciava un lampo di otto secondi ogni minuto e poteva essere visto alla distanza di 25 miglia.  I magneti funzionavano uno alla volta, il secondo veniva messo in funzione solo quando le condizioni atmosferiche erano pessime e questo permetteva allora di ottenere una potenza di luce che era considerata l’unica al mondo.  Uno di questi due magneti, ristrutturato,  è ora in mostra  all’interno del faro.  Comunque, con il bel tempo e la visibilità buona, l’illuminazione del faro era affidata solo a un bruciatore a gas.

I due fari, il vecchio e il nuovo, convissero per molto, molto tempo, nessuno voleva abbattere il faro del Governatore, anche se il nuovo portava sempre il suo nome.  Venne rimosso l’apparato di illuminazione dal vecchio faro, ma la struttura sopravvisse fino ai primi del 1900.

Intanto la gestione dei due motori a gas era risultata troppo costosa, così nel 1912 la lanterna venne alimentata con vapori di kerosene, fino al 1933, quando fu finalmente elettrificata.  Dal 1976 il faro è automatizzato e l’ultimo guardiano ha lasciato la struttura nel 1989.

Chissà cose avrebbero pensato di tutte queste innovazioni il Governatore e il primo guardiano del primo faro MacQuarie, un certo Robert Watson,  già avanti negli anni, che venne esonerato dal suo lavoro di Comandante del porto, dopo una vita da marinaio, e gli venne affidato l’incarico di occuparsi di questo importante ed unico faro australiano a partire dal 28 Novembre 1818 e che morì meno di un anno dopo.   Anche lui è stato ricordato dagli abitanti della nuova colonia e dalla storia : la vicina Baia Watson ha preso il suo nome.

Oggi i discendenti di quei primi galeotti sono fieri dei loro antenati, non tutti erano dei veri malfattori, a quell’epoca si mandava la gente in colonia penale anche per poco, e molti di questi uomini, e donne, hanno saputo a prezzo di grandi sacrifici e lavoro ottenere la libertà e dare inizio alla vita in un continente immenso anche grazie alla visione di un lungimirante Governatore che sapeva riconoscere il valore dell’uomo al di là delle sue azioni e che aveva saputo dare a quei primi coloni una possibilità di riscatto.