IL FARO DI PORTLAND HEAD
PORTLAND, MAINE – U.S.A.
Testo e foto di Annamaria “Lilla” Mariotti
Lat. : 43° 37’ Nord – Long. : 70° 13’ Ovest
Un faro dal fascino inconfondibile, tanto che sono tornata a trovarlo più di una volta, nel 1993 e nel 2010, sempre una bella visione, rosso e bianco, ben curato. La sua forma caratterstica è diversa da quella di molti altri fari e anche la sua storia è particolare.
Nel 1700 lo stato del Maine faceva ancor parte del Massachusetts e fu solo nel 1786, dopo la Rivoluzione Americana, che venne fatta la prima richiesta per la costruzione di un faro all’ingresso del porto di Portland, che allora si chiamava Falmouth, nella zona di Cape Elisabeth, uno dei più trafficati d’America. La costruzione iniziò solo nel 1787 subito dopo che si era verificato un terribile naufragio su quelle rocce infide, ma il lavoro fu presto interrotto per mancanza di fondi.
Nel 1789, divenne presidente degli Stati Uniti George Washington e su sua istanza il Congresso autorizzò la ripresa della costruzione con uno stanziamento di $1.500. Questi fondi non erano ancora sufficienti e i lavori furono eseguiti con una certa economia per cui la torre originale poteva raggiungere solo l’altezza di 17 metri. Fu ben presto chiaro che la luce a quell’altezza non sarebbe stata abbastanza visibile, così la torre fu rialzata e a lavori finiti il faro raggiungeva i 22 metri. Il faro fu acceso per la prima volta il 10 Gennaio 1791 e la lanterna era illuminata da 16 lampade alimentate con olio di balena.
Il primo Guardiano del Faro di Portland, un veterano della Rivoluzione Americana, di cui non si conosce il nome, fu incaricato dal Presidente in persona. Quest’uomo non percepiva uno stipendio, ma aveva il permesso di abitare nella casa adiacente il faro, di pescare e di piantare ortaggi per la sua sussistenza.
Un faro così antico ha una lunga storia da raccontare, già nel 1810 si trovava in cattive condizioni, così furono fatte riparazioni e apportate modifiche. Nel 1813 furono installate nella lanterna le lenti di Winslow Lewis, un discusso capitano marittimo che aveva applicato ai fari americani il sistema già usato nei fari europei, prendendo spunto dalle lenti di Fresnel, praticamente copiandole con qualche piccola modifica.
In questi anni un frequente visitatore del faro era il poeta Henry Wadsworth Longfellow, nativo di Portland, che andava a trovare il suo amico farista e che scrisse la sua poesia “The Lighthouse” seduto su una roccia alla base della costruzione. Una targa ricorda ancora oggi questo avvenimento.
Sembrava che questo faro non avesse pace, altre lanterne di foggia e luce diversa furono installate nel 1850 e nel 1855, la torre fu ricoperta con mattoni e venne installata una scala a chiocciola di metallo all’interno.
Il naufragio della nave inglese “Bohemia” che trasportava emigranti in Inghilterra, avvenuto nel 1864 e la guerra Civile Americana che rendeva necessario poter vedere il faro del porto di Portland mentre ci si avvicinava fece decidere l’anno dopo di alzare la torre di altri 6 metri e inoltre vennero installate le lenti di Fresnel di quarto ordine. Ma anche questa luce non era sufficiente e nel 1885 la torre fu ancora rialzata e le lenti furono sostituite con lenti di Fresnel di secondo ordine. La casa del guardiano che si vede attualmente fu costruita nel 1891 in sostituzione della precedente, troppo angusta per ospitare il guardiano e la sua famglia.
Nel 1869 divenne Guardiano del faro Joshua Strout, già capitano marittimo e nativo di Cape Elisabeth, una vicina città, che diede inizio ad una dinastia di guardiani del faro che sarebbe durata per 59 anni, fino al 1928.
Durante questo periodo avvenne uno dei più strani naufragi della storia della marineria : la vigilia di Natale del 1886 il tre alberi “Annie C. Macguire” si schiantò contro le rocce sotto Portland Head. Joshua, suo figlio e la moglie, con l’aiuto di alcuni volontari, posarono una semplice scala tra la riva e l’imbarcazione, riuscendo così a salvare il capitano, sua moglie, gli ufficiali e tutti i membri dell’equipaggio. Nessuno seppe mai spiegarsi come questo fosse successo perché, nonostante la stagione invernale, la visibilità era ottima e il mare calmo. Il veliero rimase lì, appoggiato agli scogli, ma il giorno di Capodanno del 1887 una tempesta lo distrusse completamente, dopo che fortunatamente tutti gli oggetti di valore erano stati salvati. Anche di questo avvenimento rimane un ricordo ai giorni nostri : una scritta sulla roccia alla base del faro dice: “Annie C. Maguire, wrecked here, December 24, 1886.”. Questa scritta viene costantemente rinnovata perché non si perda la memoria dell’avenimento.
La torre subì molte altre modifiche, i 6 metri aggiunti alla torre nel 1865, furono rimossi nel 1882, poi la torre fu di nuovo rialzata di 6 metri entro un anno, comunque oggi la sua altezza si è fermata a 24 metri. L’elettricità è arrivata al faro nel 1929 e la sua luce fu spenta per tre anni durante la seconda guerra mondiale
Dopo queste ultime modifiche poco è cambiato fino al 1989 quando il faro è stato automatizzato. Nel 1990 la proprietà in cui si trova il faro passò in affitto alla città di Cape Elisabeth, alla quale fu poi donata tre anni dopo grazie al Senatore George Mitchell. Oggi la Guardia Costiera gestisce sempre il faro e il segnale da nebbia, ma tutto il resto è gestito dalla città di Cape Elisabeth e iscritto nel registro dei luoghi storici.
Il luogo dove il poeta Longfellow scrisse un giorno la sua poesia è oggi uno dei luoghi più frequentati e fotografati d’America. Il faro si trova all’interno del Fort Williams Park e arrivando si ha la vista di uno dei più vecchi fari esistenti nel Nuovo Continente, con la sua torre conica bianca, come la casa del guardiano a due piani, posta di fianco, i tetti sono rossi e la lanterna in ferro è dipinta di nero, una vista indimenticabile.
Dal 1992 la casa del guardiano è stata adibita a museo e negozio di souvenirs e si può girare per sue stanze, poi salire per la scala a chiocciola della torre, fino alla lanterna, il faro rimane un testimone silenzioso da più di 200 anni di tutto quello che è avvenuto ai suoi piedi.