Sabato 27 ci troviamo alle ore 11.00 al “Faro” del Monte Serra (PISA).

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Questo Faro riporta ad ricordo triste che ha colpito il Corso “Invicti” dell’Accademia Navale nel 1977.

Il Monumento ai caduti del “Vega 10” è un simbolo
eretto per ricordare alle generazioni presenti e future
che esistono ideali in cui i giovani eletti credono
ed ai quali sono pronti a dedicare ogni energia fino al sacrificio della vita.


Il faro è un ideale punto di riferimento e guida per un futuro migliore.   Con queste parole si apre il libretto stampato in occasione dell’inaugurazione di quello che tutte le famiglie dei Caduti chiamano famigliarmente “Il Faro”. Giova ricordare la storia di questo Monumento fortemente voluto da un comitato promotore che comprendeva le massime autorità militari e civili coinvolte nella sciagura, prima fra tutte l’Accademia Navale, nella persona del suo Comandante, Amm. Agostinelli. 

Alla fine del 1977, a distanza di pochi mesi dal tragico incidente, fu presa la decisione di erigere il monumento sul luogo della tragedia, e, grazie allo sforzo congiunto degli enti promotori e delle maestranze, nel corso del 1978  il lavoro fu completato ed il 3 Marzo 1979 fu possibile inaugurare l’opera.

Il progettista, architetto Salghetti Drioli, ha voluto dare significato al manufatto rappresentando due grandi ali in cemento armato che, strisciando sul terreno, oltrepassano il crinale della montagna.

All’interno di queste due ali simboliche viene racchiusa una piccola cappella sormontata da un faro. Una pensilina  sostenuta da due grandi ancore precede la porta che introduce alla cappella con alla parete destra 4 lapidi marmoree con i quarantaquattro nomi e il grado sormontate da una scritta in bronzo: “UNA SORS CONIUNXIT”.

All’interno della cappella fu inumata, assieme ad una pergamena con le fotografie dei caduti, un’urna contenente resti non identificati delle vittime. Quest’urna, precedentemente conservata al Cimitero di Pisa, con una cerimonia semplice e scortata da un picchetto formato da un Aviere e da un Marinaio fu traslata nel corso dei lavori al Faro.

Sulla parete di sinistra si trova un bronzeo crocifisso inserito in un contorno di raggi che lo circondano (Cristo raggiato) opera e dono dello scultore Dicolbertaldo. La parete di fondo è costituita da un’unica grande vetrata che si affaccia sulla Valle di Montemagno, quella da cui proveniva l’aereo e sulla pianura dell’Arno.

Sul fronte della pensilina accoppiati ci sono gli stemmi della 46° Brigata Aerea e dell’Accademia Navale, sopra a forma di torretta un faro rotante costruito dall’Arsenale di La Spezia. Non si tratta di un faro marino ma il suo cono di luce raggiunge una distanza di circa 15 miglia. Nelle notti limpide, lo si vede bene sia dal treno sia dalla strada nel tratto tra Livorno e Pisa: 3 lampi da 3 secondi, intervallati da 9 secondi.

La strada che conduce al monumento è stata costruita in parte con un finanziamento del Ministero della Difesa e in parte con un fondo sottoscritto dalle famiglie. E’ una strada in salita con un’ampia curva finale di circa duecentocinquanta metri e conduce ad un piazzale di sosta e parcheggio auto.

C’è poi una gradinata di 38 ampi gradoni (tanti quanti erano i cadetti) accoppiati a due a due che conduce al “FARO”.

Il 25 Ottobre del 1981 fu scoperta una targa che dedicava la strada che saliva al monumento al figlio dell’architetto progettista Ing. Diego Salghetti Drioli, scomparso in un incidente automobilistico: “un omaggio e un pensiero affettuoso e riconoscente a chi aveva dato e fatto tanto per il ricordo”.

“Il 3 Giugno 1980 i Guardiamarina del Corso Invicti al termine del loro periodo in Accademia, decisero di voler “finire” il Corso coi compagni con cui lo avevano iniziato. La nostra bandiera ci ha tenuti uniti per quattro anni, uniti a loro rimasti sempre presenti nel nostro ricordo e uniti fra di noi nei momenti più felici e in quelli meno… Vogliamo lasciare la bandiera del Corso Invicti qui, in questo Sacrario, desiderando che siano i nostri compagni i custodi di ciò che è la storia di tutto il nostro Corso… a testimonianza dell’unione spirituale che continuerà a legarci sempre”.

Nel Febbraio del 1981 venne quindi montata all’interno della cappellina una bacheca di vetro sotto le quattro lapidi marmoree contenente una sciarpa e una sciabola da guardiamarina e la bandiera del corso.

Il 3 Marzo 1997 i compagni del corso in corrispondenza con il 20° Anniversario hanno scoperto una targa in marmo all’interno della cappellina vicino al Crocefisso che riporta il motto del Corso nella lingua originale del porto e paese dove fu scelto: il finlandese “MUISTAMME TEIDAT IKVISESTI (Tutti insieme sempre uniti) Corso Invicti 1977-1997.

Il 22 Settembre 2001 in corrispondenza con il 25° anno del corso venne intitolato il piazzale sosta auto al C.V. Giuseppe Porcelli perito in un incidente di servizio, perché il suo nome e il suo ricordo vivano uniti a quello dei suoi compagni caduti in questo luogo.