La vita dei guardiani dei fari in molti casi si svolgeva in posti molto isolati, luoghi dove sovente era anche difficile essere raggiunti in caso di condizioni meteo avverse. Una vita scandita da lunghe notti di veglia e da molta solitudine. La mancanza di contatti col mondo esterno ad alcuni poteva creare gravi disagi,  ecco perché si permise ai fanalisti di poter abitare al faro con la propria famiglia, questo ovviamente dove era possibile, non certo dove i fari erano torri isolate in mezzo al mare. Ad esempio, nella maggior parte dei fari italiani oltre alla torre vi era un edificio abitativo dove potevano vivere anche più famiglie. Si pensò, inoltre, di dotare il faro di una piccola biblioteca circolante formata da  varie opere. La lettura dei libri poteva assolvere a molteplici scopi: far pesare meno l’isolamento, essere motivo di svago, impegnare il tempo libero ed essere utile alla “elevazione” culturale del fanalista.
Fra i documenti trovati riportiamo la risposta che il Ministero della Marina formulò alla interrogazione parlamentare mossa al fine di conoscere quali fossero le iniziative adottate per l’istruzione elementare dei figli dei fanalisti che vivevano in località lontanissime dai centri abitati:“[…] Il Ministero, inoltre, allo scopo di contribuire per quanto è possibile ad educare l’animo e la mente dei fanalisti, nonché soprattutto delle persone della loro famiglia, sta costituendo delle piccole biblioteche, fornite di pubblicazioni adatte alla mentalità di quel personale, e soprattutto di carattere educativo, ed un tale provvedimento si sta adottando appunto per i fari situati in luoghi lontani dall’abitato”. (da Atti del Parlamento italiano – Camera dei deputati – sessione 1909-1913 – Legislatura XXIII-1^ Sessione-Discussioni-tornata del 15 febbraio 1913).
In Italia abbiamo traccia della creazione della bibliotechina con il Regolamento per il servizio dei fari e del segnalamento marittimo del 1915. L’art. 36 stabiliva: “I fari o segnalamenti marittimi cui è assegnata una indennità d’isolamento, devono essere corredati […] di una piccola biblioteca, costituita da libri di lettura morale ed istruttiva, della cui conservazione e custodia è responsabile il reggente. Dopo un congruo periodo di tempo, a cura del comando della zona competente, si provvede allo scambio di tali piccole biblioteche fra i vari fari che ne sono provvisti.”

Esempio di libreria in dotazione ai fari italiani. Foto scattata al Museo dei fari di Forte
San Salvatore a Messina

Molto tempo prima, la stessa iniziativa era stata adottata in altri paesi.
Per esempio in Francia nel 1868, Léonce Reynaud, direttore del servizio phares et balises (Corps des Ponts et Chaussées) realizzò un sistema bibliotecario ad appannaggio dei faristi. Con la circolare dell’11 novembre 1868 da lui redatta descrisse nei dettagli l’organizzazione di questa novità.
La biblioteca era costituita presso il Dipartimento centrale dei fari ed era denominata biblioteca circolante. Un certo numero di volumi, costituente questa biblioteca, era assegnato ad ogni ingegnere capo dei servizi marittimi, in proporzione al numero di guardiani, egli si sarebbe occupato di farli giungere e circolare presso i fari che erano sotto la sua giurisdizione. I libri dovevano essere collocati in ogni faro in un apposito mobile libreria ed era raccomandato ai fanalisti di averne la massima cura. Alla circolare venne allegato un catalogo di sedici pagine contenente, in ordine alfabetico e numerato, l’elenco dei testi (ben 265 numeri). Per citarne alcuni della lista, il primo era un manuale di igiene redatto da un certo Ancelon, a seguire racconti di viaggi e brani scelti dalla letteratura nazionale di autori come Corneille, La Fontaine, Molière e Racine. Non mancavano le opere scientifiche popolari tratte da la “Bibliothèque des Meravilles”. Molti testi, soprattutto quelli troppo tecnici a carattere scientifico o libri sulla morale, non incontrarono grande successo tra i guardiani. A differenza invece dei romanzi di Giulio Verne, del quale in catalogo erano presenti tutti i suoi scritti pubblicati fino a quella data: “Cinque settimane in pallone”, “Il deserto di ghiaccio:le avventure del Capitano Hatteras”, “Gli Inglesi al Polo Nord: le avventure del Capitano Hatteras”, “Dalla terra alla luna” e “Viaggio al centro della terra”. Era presente, in elenco, anche Alessandro Dumas con “Impressioni di un viaggio in Svizzera”.
Il progetto della biblioteca circolante venne sostenuto caldamente dagli ingegneri del servizio fari. Essi ne esaltavano l’utilità in quanto permetteva ai guardiani di imparare, istruirsi, distrarsi e di sviluppare il piacere della lettura, visto che purtroppo leggevano molto poco.
Nel corso degli anni furono acquistati moltissimi volumi e la biblioteca si arricchì notevolmente anche grazie a lasciti e donazioni. Le aspettative non furono però ricompensate dai risultati, forse proprio perché alcune opere erano poco adatte ai lettori a cui erano destinate o forse proprio perché c’era scarsa inclinazione alla lettura.
La biblioteca circolante dei fari di Francia, a cavallo tra i due secoli XIX – XX, perse a poco a poco rilevanza ma non scomparve l’interesse dedicato alla lettura. Infatti il Servizio dei Fari iniziò ad abbonare i fanalisti che ne facevano richiesta ad alcune riviste, in particolar modo al settimanale “Il giornale del marinaio”, una pubblicazione curata sotto l’egida della Marina.



Si hanno notizie della biblioteca dei fari anche negli Stati Uniti d’America. Nel 1876 la Lighthouse Establishment (USLHE – The United States Light-House Establishment ente governativo che si occupava dei fari in America) promosse un nuovo equipaggiamento per i guardiani dei fari, la biblioteca portatile.
I faristi ricevevano una piccola valigetta di legno con su impresso il logo “U.S. Light-House Establishment” contenente una selezione di libri di vari argomenti che spaziavano dalla letteratura ai piccoli manuali. Le dimensioni di questa valigia-baule erano di circa 61 cm di altezza per 61 cm di larghezza e 20 cm di profondità ed era dotata di maniglie in ottone per permetterne un agevole sollevamento e trasporto. Aveva due ante e nella parte interna di ognuna di esse era affisso un foglio, su quello di destra era riportato l’elenco dei libri contenuti e su quello di sinistra era indicato il nome del faro al quale la biblioteca era destinata con le date di arrivo e di partenza. L’interno era diviso in due ripiani sui quali erano disposti dai 25 ai 30 libri a seconda del loro spessore. Oltre a romanzi, libri di storia, di scienze e manuali vi erano anche una Bibbia e dei libri di preghiere. C’era anche un piccolo quaderno sul quale venivano indicati il nome del lettore e sotto il titolo del libro che aveva letto con le date in cui lo aveva preso e restituito. L’ispettore dei fari, che era un ufficiale di Marina responsabile della manutenzione dei fari e di tutti gli ausili alla navigazione presenti nel suo distretto e di tutto il personale compresi i guardiani dei fari, ogni tre mesi effettuava visite nei fari e in tale occasione se il faro era dotato di biblioteca, dopo averne verificate le condizioni, la sostituiva con una nuova. In questo modo era sempre assicurato il ricambio e lo scambio tra i vari fari. Nell’arco dell’anno ogni faro riceveva quindi quattro librerie. I libri non potevano essere dati in prestito a terze persone fuori dal faro, ma erano di esclusivo utilizzo del fanalista e della sua famiglia e ne erano anche responsabili in caso di danneggiamento.
Arnold B. Johnson in un suo articolo pubblicato sul Library Journal nel 1885 scrisse un resoconto sulla gestione di questo servizio bibliotecario nei 15 distretti dei fari in cui era suddiviso il territorio. Ogni faro isolato, ogni battello-faro e nave-faro aveva una biblioteca. Ne erano in circolazione circa 380 e il loro numero era destinato a salire negli anni.
I libri e le riviste provenivano in parte da donazioni private. Per questo furono organizzate delle vere e proprie campagne di sensibilizzazione e raccolta che ebbero molto successo e permisero di ottenere un grande quantitativo di testi. Presso la rilegatoria governativa i libri venivano rivestiti con una robusta copertina cartacea di colore marrone in modo che anche piccole imperfezioni fossero nascoste, erano poi successivamente timbrati e numerati.
Grande riscontro favorevole si ebbe tra gli stessi guardiani fruitori di questo servizio, i quali sembrava amassero leggere un po’ di tutto e grazie alla lettura sopportavano meglio le dure condizioni di isolamento in cui erano costretti.
Ben presto l’acquisto di libri per le letture dei guardiani divenne una voce di spesa accanto a quella di olio, stoppini e tutte le altre dotazioni destinate al faro.
La U. S. Light-House Board  (l’agenzia governativa che dal 1852 al 1910 fu responsabile della costruzione e manutenzione di tutti i fari e segnalamenti negli Usa) aveva un controllo preciso delle biblioteche in circolazione. Sapeva in quali fari erano collocate, quando vi arrivavano e quando erano prelevate, le condizioni del contenuto all’arrivo e alla partenza, i nomi dei lettori e dei libri che avevano letto e la durata della lettura stessa. In questo modo era possibile conoscere anche quali erano le letture che andavano per la maggiore.
Questo sistema negli Usa restò in vigore a lungo anche se, con l’avvento della radio, del radio-telefono, del telefono e del miglioramento dei trasporti tra i fari e la costa, divenne meno importante. Tuttavia continuò anche quando la gestione dei fari passò sotto la Guardia Costiera (1939) e durò fino a quando i fari furono automatizzati.

© Felicetta Santomauro

Bibliografia

  1. Atti del Parlamento italiano _ Camera dei deputati Sessione 1909-13  Discussioni Volume XIX dal 6 febbraio all’8 marzo 1913- Tipografia della Camera dei deputati –Roma
  2. Decreto Luogotenenziale n. 1240 che approva il regolamento per il servizio dei fari e del segnalamento marittimo (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 27 agosto 1915 n. 213)
  3. Chantall Reydellet – Des bibliothèques dans les phares à la fin du XIX siècle – Publié en 2012 par la Societé Historique et Archeologique de Bretagne
  4. Jean Guichard – Fari – Genova  L’Ippocampo 2006
  5. J. C. Fichou – Gardiens de phares – Presses Universitaires de Rennes 2015
  6. The Library Journal –Official organ of the american library association – Vol. 10 (January-December 1885) New York
  7. United States Lighthouse Service – Wikipedia
  8. The Keeper’s Library – U.S.Lighthouse Society – The Keeper’s Log  – 1995 – www.USLHS.
  9. https://actualitte.com/article/76667/bibliotheque/la-bibliotheque-transportable-pour-gardien-de-phare-avant-l-ipad
  10. https://www.lajauneetlarouge.com/des-bibliotheques-dans-les-phares-a-la-fin-du-xixe-siecle/
  11. https://slideplayer.com/slide/11373820/
  12. https://milwaukeehistory.net/unlocking-the-vault/lighthouse-library-text/